Sappiamo bene che la chirurgia mininvasiva, robotica o laparoscopica, permette di migliorare la dissezione sui tessuti risparmiando strutture nobili come il fascio vascolonervoso per la potenza sessuale e l’uretra membranosa per la continenza. Ma i nostri sforzi chirurgici possono essere inficiati da una radioterapia adiuvante, cioè fatta dopo, ad aiuto dell’intervento. La radioterapia adiuvante è indicata in caso di margini chirurgici positivi e in caso di infiltrazione delle vescichette seminali o gli stromi periprostatici (t3). Ma cosa vuol dire margine chirurgico positivo? Con la chirurgia robotica nerve sparing il nostro piano di dissezione è rasente alla capsula prostatica e basta una piccolissima effrazione (iatrogena!) per dar vita ad un margine chirurgico positivo, ma non è reale, è iatrogeno e in quel caso cosa fare? Abbiamo a disposizione il dosaggio del psa. Quando questo, dopo l’intervento, è inferiore a 0,2 ng/ml non c’è bisogno di fare radioterapia. Dunque valutare nel tempo la ripresa biochimica e cercare di aspettare il recupero funzionale della continenza. La radioterapia ha molti effetti collaterali e come vi mostro in questi grafici tratti da un bellissimo articolo, la possibilità di rimanere incontinenti dopo radioterapia adiuvante è maggiore.
Radioterapia dopo prostatectomia radicale robotica o laparoscopica
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