Nuovo approccio ai tumori renali: chirurgico e chemioterapico

Nell’augurarvi buon anno voglio dedicare questo post alla innovazione terapeutica chirurgica e medica più importante degli ultimi anni in ambito urologico ed in oncologia medica: il trattamento dei tumori renali.

Terapia Target, che ha rappresentato una delle principali innovazioni terapeutiche di questo secolo, significa terapia personalizzata. In oncologia ed ematologia questo tipo di cura ha “rivoluzionato” i trattamenti antitumorali, superando la ‘aspecificità’ della chemioterapia che nella sua azione colpisce tutte le cellule che si riproducono velocemente sia neoplastiche, sia normali.

La  terapia a bersaglio molecolare, o target therapy, va a colpire in maniera mirata la causa biomolecolare del processo patologico neoplastico, la sua azione è specifica soltanto per il ‘bersaglio’ contro cui è diretta e che è presente soltanto nelle cellule tumorali. Fra gli aspetti più importanti vi è il notevole miglioramento della qualità della vita dei pazienti oncologici, perché questo tipo di terapia non provoca gli effetti collaterali negativi ed indesiderati della chemioterapia.

Sunitinib (Sutent®) è indicato per i pazienti con cancro del rene localmente avanzato (stadio 3) o metastatico (stadio 4). Appartiene alla classe degli inibitori multi-target della tirosinchinasi. Si somministra giornalmente in forma di compresse; la sua azione interferisce con i segnali che sollecitano la crescita delle cellule tumorali e rallenta la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore. Gli effetti collaterali più comuni sono eruzioni cutanee, diradamento dei capelli, innalzamento della pressione sanguigna e stanchezza.

Sorafenib (Nexavar®) può essere utilizzato per il trattamento del cancro del rene localmente avanzato (stadio 3) o metastatico (stadio 4) che non risponde più al trattamento con l’interferone alfa o con l’interleuchina 2, o per il quale queste sostanze non sono indicate. Appartiene alla classe degli inibitori multi-target della tirosin-chinasi. Si somministra giornalmente in forma di compresse; la sua azione blocca la crescita delle cellule tumorali e impedisce al tumore di sviluppare nuovi vasi sanguigni attraverso i quali alimentarsi. Gli effetti collaterali più comuni sono diarrea, reazioni cutanee e stanchezza.

Temsirolimus (Torisel®) è indicato nel trattamento dei pazienti con carcinoma a cellule renali, soprattutto in quelli con malattia più a rischio; si somministra per via endovenosa. La dose raccomandata è di 25 mg infusa in un tempo di 30-60 minuti una volta alla settimana. La sua azione blocca la funzione di una speciale proteina (mTOR) presente nelle cellule, che ha un ruolo importante per la regolazione della crescita e della sopravvivenza delle cellule stesse. Gli effetti collaterali più comuni sono anemia, nausea, eruzione cutanea, diminuzione o perdita dell’appetito, edema e astenia.

Bevacizumab (Avastin®) è indicato in combinazione con l’interferone per il trattamento in prima linea del cancro del rene di stadio 3 (localmente avanzato) o 4 (metastatico), Appartiene alla classe degli anticorpi monoclinali. Si somministra per via endovenosa (ogni 2 settimane); la sua azione inibisce un particolare tipo di proteina che stimola le cellule tumorali a formare nuovi vasi sanguigni indispensabili per la cressita tumorale, che viene pertanto rallentata. Gli effetti collaterali più comuni sono di questo trattamento sono leucopenia, innalzamento della pressione sanguigna, diminuzione o perdita dell’appetito, astenia e rischio aumentato di sanguinamento.

Per la parte chirurgica vedi la sezione laparoscopia nefrectomia parziale.

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