I tumori del testicolo costituiscono solo l’1% tra tutti i tumori nel maschio, ma sono la neoplasia più frequente negli uomini tra i 20 e i 40 anni. Quasi tutti i tumori testicolari di individui di giovane età originano dalle cellule germinali; negli ultra sessantacinquenni, invece, la neoplasia più frequente è il linfoma.
I tumori di origine germinale. Costituiscono il 95% circa dei tumori testicolari. Si pensa che ciascun tipo di neoplasia germinale rappresenti la controparte maligna del normale sviluppo embrionale. Vengono distinti in due grossi gruppi per il differente andamento clinico e approccio terapeutico:
- seminomi – Costituiscono la frazione più numerosa, derivano dallo spermatocita, cioè quella cellula che darà origine allo spermatozoo. Rappresentano il 40-50% dei tumori testicolari. Colpisce dopo i 30 anni di età. Hanno una buona sensibilità alla radioterapia e alla chemioterapia.
- non seminomi – Sono l’equivalente tumorale dei tessuti embrionali alle prime fasi di sviluppo: queste cellule sono molto immature e possono dare origine sia all’embrione, sia alla placenta. Colpiscono individui tra i 20 e 30 anni di età. Hanno una prognosi peggiore dei precedenti in quanto, spesso, la malattia è metastatica al momento della diagnosi; rispondono bene alla chemioterapia ma sono poco sensibili alla radioterapia. Comprendono:
- il carcinoma embrionale: componente maligna dell’embrione;
- il teratocarcinoma e il teratoma: derivano dall’embrione in via di sviluppo,
- il corioncarcinoma: controparte maligna della placenta,
- tumori del sacco vitellino: derivano dal sacco vitellino dell’embrione
- forme miste delle precedenti.
Il carcinoma embrionale e il teratoma insieme raggruppano il 50% di tutti i tumori del testicolo.
- forme miste: seminomi/non seminomi.
I tumori di origine stromale (cioè dalle cellule non specializzate del testicolo).
- linfoma maligno: hanno origine dalle cellule del sistema immunitario presenti nel testicolo
- fibromi: derivano dal tessuto connettivo
- mesoteliomi: hanno origine dalla tonaca albuginea, cioè la membrana che riveste il testicolo.
I tumori testicolari non di origine germinale (molto rari)
- i tumori delle cellule interstiziali: di Leydig (deriva dalle cellule deputate alla produzione di androgeni). Si osservano più frequentemente in bambini tra i 5 e i 10 anni.
- i tumori delle cellule del sertoli: derivano da cellule che sostengono e nutrono gli spermatozoi in via di sviluppo
- androblastoma: ha origine anch’esso dalle cellule di Sertoli
FATTORI DI RISCHIO
I pazienti con criptoorchidismo (= testicolo che non discende nello scroto durante lo sviluppo) hanno un rischio di sviluppare una neoplasia testicolare (in particolare di tipo seminomatosa) tra 10 e 40 volte superiore rispetto a un uomo normale. Se l’intervento di orchipessia (= fissazione chirurgica del testicolo allo scroto) è stato eseguito prima dei 6 anni, il rischio si riduce.
Vi è un rischio aumentato se vi sono parenti di primo grado affetti da tumore del testicolo.
PREVENZIONE
E’ consigliata l’autopalpazione del testicolo a partire dalla pubertà. Inoltre, per gli uomini con una storia di criptoorchidismo; atrofia testicolare (= perdita della funzione testicolare); precedente tumore testicolare o familiari di primo grado affetti, sarebbe indicata una visita urologica specialistica annuale.PRESENTAZIONE CLINICA
- Tumefazione non dolente o senso di peso del testicolo
- Dolore testicolare acuto
- Manifestazioni generali dovute alle metastasi (se la malattia è in stadio avanzato)
- Sintomi più rari sono: la ginecomastia (= aumento della/delle mammella/e nel maschio), sterilità.
DIAGNOSI
Viene effettuata dal medico con la palpazione del testicolo. L’ecografia testicolare permette di distinguere una forma cistica (in genere benigna) da una solida. La diagnosi definitiva avviene dopo l’atto operatorio: inguinotomia esplorativa e, nel caso di conferma di presenza di tumore, asportazione del testicolo (orchifunicolectomia) con legatura del funicolo spermatico nell’anello inguinale interno. Dopo l’asportazione del testicolo, viene posizionata una protesi. L’unico accertamento da eseguire prima dell’intervento chirurgico è una lastra del torace per escludere la presenza di metastasi polmonari e il dosaggio dei marcatori sierici circolanti (vedi seguito). L’asportazione del testicolo è sempre indicata qualunque sia il tipo di tumore testicolare e indipendentemente dallo stadio di malattia perché serve sia per fare una diagnosi precisa e sia a scopo curativo.
PROGNOSI E TERAPIA
Varia in base al tipo di cellule tumorali e allo stadio di malattia. La prognosi, in genere è buona (ad eccezione del corioncarcinoma): con la polichemioterapia (chemioterapia con più farmaci) è possibile guarire il 90% di questi tumori.
In linea generale nei Seminomi si effettua la radioterapia precauzionale dei linfonodi addominali. Se, alla diagnosi, sono presenti metastasi a distanza o per interessamento linfonodale si effettua anche una polichemioterapia a base di cisplatino. Nei non seminomi la rimozione dei linfonodi addominali (= linfoadenectomia)è diagnostica e terapeutica. Per gli stadi più avanzati è indicata la chemioterapia.
DOPO LA TERAPIA
I tumori germinali del testicolo, in particolare i seminomi, hanno un’ottima prognosi grazie ad una notevole sensibilità alla terapia medica. Al termine del programma terapeutico, i pazienti vengono seguiti con visite, esami strumentali e dosaggio dei marcatori circolanti nel siero (FOLLOW UP). Si consigliano visite di controllo per i 10 anni consecutivi, anche se la maggior parte di recidive di malattia avvengono nei primi due anni.
Come conseguenza alla chemioterapia, può esserci una sterilità permanente: per tale motivo è opportuno, data la giovane età di questi pazienti, effettuare la criopreservazione del liquido seminale (= conservazione del liquido seminale a basse temperature presso Banche del Seme).
Attualmente, nei centri specializzati, la linfoadenectomia durante l’intervento chirurgico viene effettuata con una tecnica che permette di evitare complicanze nervose (problemi di eiaculazione).